La Nostra Storia

La lavorazione del Ferro Battuto di Sottoguda ebbe inizio nel 1923 con Carlo De Biasio, il quale apprese i primi rudimenti di questa nobile arte da un artigiano nella qui vicina Val Gardena.
Tornato nel suo paese nativo, iniziò a realizzare i primi lavori (perlopiù utensili per boscaioli e contadini), tramandando la sua arte al figlio Ermanno e successivamente ai nipoti Carlo e Davide, ultimi fabbri del ferro battuto di Sottoguda che ancora adesso, con la stessa passione e professionalità, continuano a realizzare pezzi ornamentali e d'arredo unici nel loro genere per originalità e finiture dei particolari.
...dal resoconto di un giornalista di passaggio a Sottoguda nel lontano 1925...
"Pochi sono i ricercatori di bellezze solitarie che arrivati a Caprile prendono la strada per Sottoguda ai piedi della Marmolada, ed anche questi pochi, quasi nessuno si ferma nel piccolo villaggio di Sottoguda. Mentre ci confortiamo con un bicchiere di sapida birra, l'occhio cade sulle finestrelle dell'osteria ridotte a vetrina e stipate di oggetti di ferro battuto di notevole bellezza. Ne chiediamo al padrone: "Dove si fanno questi ferri battuti?" "Qui!" "Qui, dove?" "Qui in casa, li fanno i miei figli."

La cosa diventa interessante: trovare in questo misero gruppetto di case ai piedi della Marmolada, una fucina d'arte così fresca ed esperta, ha tutto il sapore di una scoperta. 

L'oste soggiunge: "Adesso mio figlio le mostrerà i suoi capolavori, eccolo che viene!" Apparve infatti un bel ragazzo sui 20 anni dai chiari occhi da montanaro; veste un paio di logori calzoni grigio verdi e una camicia scura: fiera poesia dell'orgoglio maschio, unita al risparmio domestico.

Entriamo nell'officina. Chiamare officina questo miserabile buco è un reato contro la proprietà del linguaggio; un unico stambugio, una vera tana affumicata, dove, per vederci a lavorare bisogna tenere la porta spalancata. Nuda, senza altri attrezzi che qualche martello, alcuni punteruoli e una povera fiamma da saldatura. Più di un fabbro diplomato, in tale bottega stenterebbe a fare dei ferri da cavallo. Invece l'altro fratello sta battendo un piatto con leggiadrissimi putti e ghirlande di fiori, così leggero che dà suono musicale. Un drago di circa due metri di lunghezza e un grande lampadario a motivi animali e floreali appaiono due autentiche opere d'arte, degne di uscire da qualunque celebrata bottega.

Purtroppo sono radi i turisti che giunti a Caprile voltano la macchina per la Val Pettorina e se qualcuno passa vicino all'osteria di Sottoguda, nessuno immagina che lì dentro, per opera dei fratelli De Biasio, nascano opere degne della più nobile arte italiana."